“S” come Sapienza. La sapienza, così come ci indica l’etimologia latina, rimanda al sapore delle cose ossia al gusto che permette di riconoscerle nella loro peculiarità, infatti ogni cosa è unica in quanto ha un suo sapore. Si cadrebbe, altrimenti,
“R” come Riso. La specie umana può creare discorsi per ridere e per la gioia del ridere insieme. È un piacere vedere ridere di cuore un bambino così come un anziano, perché il riso è contagioso attiva endorfine come la
“Q” come Qualità. La cultura dell’immagine, colma di un’estetica che obbedisce ai canoni della moda, ha privato l’esistenza di qualità spingendola all’omologazione e alla monotonia del quotidiano. È venuta meno la passione per una torta fatta in casa o per
“P” come Pace. Pare che l’umanità di ogni luogo cerchi la pace, eppure tante energie e risorse ogni anno vengono investite per gli armamenti e le relative minacce di guerra. La brama di una terra o del potere per soggiogare
“O” come Ora. “Vorrei fermare il tempo” è l’affermazione illusoria di due amanti che credono che quell’attimo, così prezioso, possa prolungarsi senza sosta. Forse non sanno che quel tempo è così intenso perchè destinato a finire! La preziosità della vita
“N” come Nascere. L’esistenza personale è un durevole consumarsi e ciò permette di continuare a nascere. La vita è segnata dalla nascita e fin dal principio per venire alla luce è necessario smarrire l’equilibrio di prima, altrimenti il grembo materno,
“I” come Intelletto. “Fatti furbo”, “tu si che fai funzionare il cervello”, “sei una scheggia di intelligenza, continui a fare soldi”. Espressioni come queste dicono di come l’intelligenza umana renda capaci di destreggiarsi in questo mondo cogliendo le opportunità concrete
“F” come Forza. Quale è la tua forza? Forse pensi di essere invincibile, di giocare a non vederti ed indossare un impermeabile che impedisce di sentire e di emozionarsi, che ti protegge dalla fatica quotidiana, dalla paura, dal pianto, dal
“E” come Elemosina. L’elemosina scaturisce dalla misericordia, l’una non avrebbe senso senza l’altra. Usare misericordia equivale prima di tutto a fare spazio dentro di sé e cioè non mantenere l’altro estraneo alla propria vita. Prima che un andare verso è
Il dono è meraviglia per chi lo riceve ed è gioia per chi lo consegna. Presuppone il pensiero per l’altro, il tenerlo nel cuore così come lo scegliere qualcosa da regalargli. E non si tratta semplicemente di oggetti da donare, casomai quelli veicolano il senso di una relazione. Altrimenti l’oggetto diverrebbe luogo di potere, per legare a sé l’altro ricattandolo con il fascino dell’avere.