Senza passione non c’è vita
Z come Zelo Fervida sollecitudine, passione tenace, lo zelo indica un trasporto infaticabile nel portare avanti un’attività o una missione, e permette di difendere una causa coinvolgendo interiormente chi la sposa.
Non si tratta, dunque, di un movimento istintivo ma profondo e cioè capace di volgersi verso l’altro mantenendo stabilità e postura sul piano di realtà. È un andare avanti senza lasciarsi fuorviare o distrarre per altre vie.
Gesù, spinto dallo zelo per la casa del Padre, inizia a lanciare all’aria i banchi dei cambiavalute all’ingresso del tempio e a cacciare via i mercanti di animali disposti nel cortile dei pagani. Loro in occasione della pasqua avevano un grande giro d’affari, si pensi che vendevano circa 18.000 agnelli, e questa era diventata una grande ingiustizia, un’appropriazione indebita della relazione con il Padre suo. La Legge, infatti, aveva rinchiuso il rapporto con il Dio all’interno di una mercanzia funzionale a detenere il potere per soggiogare i piccoli e, così, dare un prezzo all’amore del Padre!
Il tempio non era più il luogo d’incontro con il Cielo ma era diventato uno spazio di commercio e di interessi personali. Gesù non resiste, l’amore che lo consuma diventa necessità di rivelare l’autentico volto del Padre.
La relazione di fede, dunque, si esprime nello zelo perché non può ridursi ad un atto formale o concettuale, coinvolgendo solo alcuni ambiti della propria vita, ma impone il compromettersi sino in fondo.
Paolo apostolo nell’elencare le armi della fede indica “come calzatura ai piedi lo zelo per diffondere il vangelo della pace”. Per affrontare la buona battaglia, dunque, lo zelo permette di muoversi con fortezza, ossia capacità di restare saldi nel cammino. Invita, ancora, a non essere pigri nello zelo e cioè a non indugiare perché il tempo è poco e non va sprecato ma utilizzato al meglio.
La testimonianza evangelica, proprio perché missione quotidiana, viene aggredita e provata come una traversata durante il mare in tempesta. È importante la stabilità lungo la via e lo zelo esprime questa perseveranza nel superare gli ostacoli.
Lo zelo, di fatto, si spegne quando l’essere umano abita fuori se stesso, alienato dalle tante mete illusorie. Nella cultura contemporanea la vita spirituale è tacciata di oscurantismo e la conseguenza di questo pregiudizio è l’evaporazione della vita interiore e dello capacità di ascolto. L’individuo è stato spinto verso continui agiti, funzionali al sistema consumistico, e il conseguente spostamento sul piano emozionale ha confuso i confini e il limite di fronte all’altro. Si è smarrita la passione e lo zelo dettato dal desiderio di difendere il bene e, spesso, si è diffusa l’anestesia del cuore.
Recuperare questa dimensione non significa scadere in una sorta di volontarismo attivista come nel caso del protagonismo individuale, chi custodisce lo zelo è un testimone e non un eroe da imitare.
Anche il ruolo sociale della Chiesa a favore dei deboli, secondo questa prospettiva equivoca, potrebbe essere indicato come il luogo fondante dell’identità della Comunità e non più come la sua espressione.
La capacità di missione gratuita della Chiesa, piuttosto, è mossa dallo Spirito ed è frutto di un rapporto intimo fondato sulla Preghiera, la Parola e il Pane eucaristico.
È questa postura ad avere permesso a don Pino Puglisi di consumare la sua vocazione fino al martirio. Senza nutrimento, altrimenti, la vita spirituale si ridurrebbe a mera filantropia e lo zelo cristiano non potrebbe reggersi a lungo.
Lo zelo, piuttosto, porta alla profezia e cioè a riconoscere e rivelare la presenza di Dio nel quotidiano, a rintracciare il Suo interesse per l’umanità che con fatica attraversa la storia e che ha bisogno di Luce per andare oltre l’immediato.
Il cristiano, dunque, non rimane chino su se stesso come a leccarsi le ferite del giorno prima, ma è aperto ad abbracciare la causa della gente, il travaglio dell’umanità che lo circonda, e prende posizione contro ogni ingiustizia che attenta alla dignità dei piccoli e degli afflitti.
Lo zelo fa della vita spirituale un continuo umanizzarsi e uno scoprire, sempre più, che si è custodi gli uni degli altri. È un sentirsi coinvolti in quel “noi” divino iniziato con la creazione quando il Creatore si è espresso dicendo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.
“Z” come Zelo, passione per lo straordinario viaggio della vita che ogni giorno, consumandosi, trova pienezza. Diceva Madre Teresa di Calcutta: “Lo zelo per le anime è il risultato e la prova del vero amore di Dio. Non possiamo che essere consumati dal desiderio di salvare le anime, la cosa che più di tutte sta a cuore a Gesù. Per cui, lo zelo è la prova d’amore e la prova dello zelo è la dedizione alla sua causa: spendere, cioè, tutta la vita e tutte le energie per la redenzione delle anime”.